Il rigore causato da Stefan De Vrij “olandesi’s Karma”,  è la restituzione di qualcosa, è un chiudere i conti definitivamente per mettere tra di noi anni luce di distanza.

Fischiato tutta la partita, il fischio più giusto però è stato di Rocchi.
Il web esplode: “Ci son cascato di nuovo” sulla sanremese scia di Achille Lauro.

Il difensore olandese era sicuramente l’ex più atteso, dopo 2 anni ancora ribolliva la rabbia sotto la cenere di quell’ intervento scomposto su Icardi che ci costò il sogno di varcare i cancelli dorati della Champions League.

La piazza biancoceleste lo aspettava con la maglia nerazzurra dopo che per troppe volte si era negato.
Non è sicuramente l’unico e né sarà l’ultimo a salutare Formello, i giocatori non ci appartengono, ma raramente ricordo un addio così “oscuro”, tramato nell’ombra.
Come ricordo raramente qualcuno rispondere alle domande “non so cosa farò nel prossimo futuro” dando adito di pensare ad un rinnovo con la Lazio mentre il contrattino a Milano era già stato firmato.
Raramente ricordo una poker face come quella dell’ex Feyenoord.

Chiariamoci, non odio De Vrij, non l’ho nemmeno fischiato, o se l’ho fatto è stata solamente goliardia, un senso di appartenenza ad una tifoseria che stava esplodendo.
Non odio Stefan, non lo chiamo pezzo di m***a, non gli ho mai augurato nulla di male, ma una stagione di promesse per poi abbandonare la Capitale a parametro zero, ancora non mi va giù.
Soprattutto per il danno economico arrecato ad una società che, se chiamata a spendere du’ spicci in più, ti lascia a stecchino.
Questo Stefan lo sapeva.
Lo sapeva dietro all’aria da bonaccione –“Ma figurateve se ce pija per il c**o lui”-, lo sapeva dietro i grandi sorrisi e gli abbracci fuori dallo stadio.
Eh sì, io stessa l’ho incontrato 3 volte, io stessa ho sentito l’olandese rassicurarci che mica era vero dell’Inter.

Questo, caro Stefan, ha reso più amaro il tuo ritorno all’Olimpico.

«Le brutte intenzioni, la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera, la tua ingratitudine, la tua arroganza.» Disse Morgan contro Bugo.

Quoque tu Stefan, domenica il cerchio si è chiuso.

La rivalsa, la vendetta, ogni sensazione umanamente collocata negativamente, ha trovato ristoro il quel rigore regalato a Ciro Immobile che ha rimesso la Lazio in partita.
E chissà se non ci fosse stato quello il morale sarebbe salito al punto di trasformarsi nell’apoteosi di Milinkovic.

L’ultima fotografia del difensore tra le lacrime, un Inzaghi amareggiato, una beffa che aveva compromesso un’azione incredibile, Lulic-Pipe a tutto campo fino al gol.
Due anni sono passati.
Ma il tempo è galantuomo, restituisce tutto a tutti.

Adesso che il cerchio si è chiuso, buona vita Stefan e magari, se proprio vuoi vincere, c’è meglio che l’Inter.
Oh, però mo’non famo che se riperdemo de vista!

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